Prendete una mappa, puntate lo spillo di un compasso su Siracusa, la grafite sulle Bocche di Bonifacio e ruotate: scoprirete che la nostra Città è al centro geometrico del Mediterraneo. La sua centralità rispetto al bacino in cui si è formata la civiltà occidentale non è accidentale: Siracusa deve la sua fondazione, la sua storia plurimillenaria e la continuità del suo ruolo anche alla posizione geografica. A questa si lega una “centralità” di cultura, di spiritualità, di arte, di innovazioni, di commerci.
“Capitale” Siracusa lo è stata spesso. Capitale della Grecia d’Occidente e della prima colonizzazione Corintia. Capitale del nascente cristianesimo, prima sponda di approdo di Paolo e poi Capitale occidentale dell’Impero Bizantino fino a divenire sede della Corte Imperiale di Costante, nel 663. Nel XIII secolo sarà Federico II a porla al centro del suo progetto imperiale e meridiano. E poi il Regno Catalano che la farà capitale della Camera Reginale.
Sono poche al mondo le Città che possono vantare una continuità storica come Siracusa. Per questo, come Roma e Atene, inserita nella W.H.L. Unesco per il tratto unico e ininterrotto di stratificazione culturale eccelsa.
A quasi tre millenni dalla sua Fondazione, 734 a.c., Siracusa conserva inalterato il suo nome e una storia antropica che non ha avuto interruzioni, semmai aggiunte, stratificazioni, amalgami che l’hanno resa luogo di sperimentazione sociale, architettonica, urbanistica, politica e che la caratterizzano con un intreccio di stili, spesso originali, funzioni, soluzioni legate alle esigenze, ai materiali, alle tecnologie cangianti.
Città d’Acqua e di Luce. Sia per la sua collocazione, protesa verso il mare come una nave, che per un retroterra ricco della risorsa naturale più importante. Inondata dalla luce. E luce e acqua sono alla base dello sviluppo di tecniche con cui gli uomini hanno plasmato la natura e con la natura hanno imparato a convivere, accumulando una sapienza che oggi appare la via per guadagnarsi l’avvenire.
Nonostante questo straordinario passato, la Città non si è mai fermata nella sua identità dinamica e cangiante. La figura simbolo della sua “antica modernità” è rappresentata dal più illustre dei siracusani: Archimede. Non semplice inventore di macchine ma creatore di un’idea dell’attività umana che è insieme teoria e pratica, Tekne e visione prospettica dello studio, della sperimentazione, della volontà di imprimere alla natura e alla storia un corso preciso. Forse per questo attrasse i grandi pensatori dell’antichità, da Platone a Eschilo a San Paolo.
Questa vocazione richiamò il grande illuminato, Federico II, a porvi una delle sue basi. E poi via via Romani, Spagnoli, Arabi, in un susseguirsi di prove di ingegno e contaminazione. Un passato come giacimento in continuo accumulo e sempre attivo. Persino il paradigma del Dramma antico, che caratterizza da un secolo la Città, è frutto del ripensamento del teatro in una forma che, nel recupero delle sue origini, lo rende straordinariamente moderno e aperto a una comunità vastissima, che non è cenacolo ma popolo.
Alle origini della politica. Culla del pensiero filosofico e di una pratica di governo che ha fornito alla cultura occidentale materiali fondamentali per una moderna idea della Città e dello Stato. Se la nascita della politica è fatta risalire alla Grecia, trova qui uno sviluppo e una irradiazione destinati a formare il pensiero della nostra civiltà giuridica. È qui che Platone sviluppa molte delle sue riflessioni intorno alla politica, anche in dialogo con Gorgia, filosofo della limitrofa Lentini.
Modello, esempio e centro di elaborazione, che la vide sia immersa nelle contese tra coalizioni e domini, sia crocevia di civiltà ed etnie, luogo di convivenza e di governo delle diversità. Una forza inclusiva plasticamente presente negli stili e nella tipizzazione dei suoi quartieri, delle sue strade, delle sue case, delle sue tradizioni popolari, dei suoi culti. Una città laboratorio. Siracusa aspira a un grande Avvenire, forte di uno straordinario passato da ricordare…